“La settimana della lingua italiana nel mondo” è un evento internazionale a cadenza annuale promosso dal MAECI – Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale che vuole promuovere la cultura italiana classica e contemporanea attraverso spettacoli, esposizioni, proiezioni, conferenze, dibattiti con scrittori, professori, relatori e altre importanti personalità della cultura italiana.
La XVII edizione della Settimana della Lingua Italiana nel mondo si svolgerà dal 16 al 22 ottobre 2017 e sarà dedicata al tema “L’italiano al cinema, l’Italiano nel cinema”.
Ponte tra Culture Bogotà e gli allievi del “Corso di Teatro in Italiano” dell’IIC
presentano:
“Frammenti dai ‘Quaderni di Serafino Gubbio operatore’ di Luigi Pirandello”
Lettura drammatizzata – regia Gianluca Barbadori
Evento libero sino ad esaurimento posti
Quaderni di Serafino Gubbio operatore è un romanzo di Luigi Pirandello, inizialmente pubblicato nel 1916 col titolo “Si gira…” e successivamente riveduto col nuovo titolo nel 1925, in cui l’autore siciliano affronta direttamente i temi della macchina e dell’età contemporanea.
In questo romanzo si narra la vicenda di Serafino, un cineoperatore della casa cinematografica Kosmograph, che quotidianamente annota in un diario tutti gli avvenimenti che riguardano quelli che lavorano nel suo ambiente e soprattutto la storia di un’attrice russa, grande seduttrice di uomini, Varia Nestoroff. È una donna che fa del male agli uomini ma non ne prova piacere. Serafino si sente totalmente alienato dal suo lavoro tant’è che poi afferma: “Finii d’esser Gubbio e diventai una mano”. Nella scena finale del romanzo Serafino riprende meccanicamente con la sua cinepresa una scena terribile: l’attore Aldo Nuti sta girando una scena in cui deve uccidere una tigre; tuttavia, invece di rivolgere l’arma verso l’animale, egli uccide la Nestoroff. Rimane però ucciso a sua volta, sbranato dalla stessa tigre. Serafino, che sta filmando la scena, diviene muto per lo shock e rinuncia ad ogni forma di sentimento e di comunicazione.
Con questo romanzo Pirandello realizza una convinta polemica contro la macchina, colpevole, ai suoi occhi, di mercificare la vita e la natura; l’autore riflette sull’inutilità della vita nell’era della macchina, presentando l’esistenza come una corsa, in cui tutto è all’insegna della fretta e nella quale non c’è tempo per riflettere neanche sul significato della morte e, di riflesso, della vita.
Secondo Pirandello, quindi, la meccanizzazione ha ormai reso schiavo l’uomo ed è responsabile della perdita di gran parte dei valori, portando le persone a smarrire sia la propria identità che la capacità di intervenire nel presente e di interpretarlo.